- Scritto il: 30 Agosto 2024
Firenze e il Calcio, una vera storia d’amore
Le radici del calcio a Firenze affondano nel Rinascimento quando il 17 febbraio 1529 si disputò una partita di calcio in piazza Santa Croce. La città era assediata da Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero e si doveva arrendere, Ma prima di farlo per dimostrare che i fiorentini erano orgogliosi e non avevano paura organizzarono una bella partita di calcio.
Era nato il calcio storico.
Molto più recente è invece la storia della Fiorentina
La squadra di calcio di Firenze è la Fiorentina, la VIOLA
La storia della Fiorentina ha le sue radici nel fertile terreno calcistico fiorentino di fine Ottocento. In quel periodo, la passione per il football, importato dall’Inghilterra, cominciò a diffondersi anche nella città del Giglio. Diverse squadre locali si sfidavano su campi improvvisati, dando vita a un fermento sportivo senza precedenti.
Fu nel 1926 che avvenne la fusione tra due delle principali squadre cittadine, la Palestra Ginnastica Fiorentina Libertas e il Club Sportivo Firenze.
Da questa unione nacque ufficialmente l’Associazione Calcio Fiorentina.
Gli inizi della Fiorentina furono piuttosto turbolenti. La squadra, pur con un forte spirito combattivo, non riuscì subito a imporsi a livello nazionale. Tuttavia, negli anni successivi, grazie all’impegno di dirigenti e tifosi, la Fiorentina crebbe sempre di più, diventando uno dei club più importanti del calcio italiano.
Inizialmente la maglia era bianca e rossa, i colori araldici di Firenze con al centro il Giglio, il fiore, simbolo della città.
Il 22 settembre 1929 però in occasione di un’amichevole disputata nello stadio di Via Bellini contro la Roma, la Fiorentina indossò per la prima volta la maglia viola con il giglio rosso sul petto; la gara terminò male per la Fiorentina: i giallorossi vinsero per 3-0, ma la squadra aveva una maglia nuova, che la rendeva diversa, unica da tutte le altre.
Il colore VIOLA
Secondo la tradizione, questo colore sarebbe il risultato di un lavaggio errato delle maglie bianco-rosse da parte del lavandaio. Ma questa storia sembra altamente improbabile poichè il bianco e il rosso fanno rosa e non viola. Per questo sembra invece più plausibile che questo colore unico sia stato scelto proprio dal marchese Luigi Ridolfi che tanto aveva fatto per la nascita della squadra. Il colore piacque subito al pubblico e non venne mai più cambiato.
Il Viola ha molti significati
Innanzitutto a Firenze lo si associa all famiglia dei ricchi mercanti: i Rucellai.
Sembra infatti che durante un viaggio alle Balerai un certo Alamanno Rucellai scoprisse per caso come alcune piccole piante prendessero una spiccata colorazione rosso/violacea orinandoci sopra. Alamanno aveva trovato il lichene del genere Roccella TINCTORIA, alla quale diedero il nome di oricello, che gli fece fare un’enorme fortuna: i panni di quel colore unico in Europa divennero di gran moda.
Ma, e questo è quello che mi piace di più, il viola è il colore che è collocato all’estremo dello spettro cromatico. Dopo questo colore inizia un altro territorio, la gamma degli ultravioletti, il mondo dell’invisibile, del non percepibile dai sensi ma solo dall’intuito.
È questo il viola che universalmente si associa al fantastico, all’incantesimo e alla magia. Il marchese Ridolfi, grande visionario e innamorato della fiorentina, decide per questo nuovo colore perchè la sua squadra sia MAGICA.
Il Marchese Ridolfi è anche colui che tanto si adopera (investendo anche soldi propri) per la costruzione di un nuovo stadio dove la sua Fiorentina possa giocare.
Stadio Giovanni Berta, poi Artemio Franchi
Lo Stadio Artemio Franchi di Firenze è uno degli impianti sportivi più iconici d’Italia. Costruito negli anni ’30, rappresenta un capolavoro dell’architettura razionalista italiana.
La sua storia inizia con la decisione di dotare Firenze di uno stadio moderno, in linea con l’espansione urbana e la crescente popolarità del calcio.
Lo stadio fu progettato dall’architetto Pier Luigi Nervi, uno dei più grandi ingegneri strutturali del XX secolo, noto per la sua abilità nel combinare bellezza architettonica e innovazione ingegneristica. I lavori di costruzione iniziarono nel 1930 e si conclusero due anni dopo, nel 1932. La costruzione dello stadio fu finanziata principalmente dal regime fascista.
La forma dello stadio è a “D”, quella del DUX.
Originariamente conosciuto come “Stadio Giovanni Berta“, in onore di un martire fascista, venne ribattezzato in “Stadio Artemio Franchi” nel 1991, in memoria di un grande dirigente sportivo e presidente della FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio).
L’architettura dello stadio è un esempio straordinario del razionalismo italiano, caratterizzata da linee pulite, funzionalità e attenzione ai dettagli strutturali. Nervi utilizzò principalmente il cemento armato, materiale che divenne il marchio di fabbrica della sua carriera. Il pezzo forte del progetto è senza dubbio la Torre di Maratona, alta 55 metri, che domina l’intera struttura. Un’altra innovazione dell’impianto è rappresentata dalla copertura delle tribune, una delle prime realizzazioni in Italia in cemento armato precompresso.
La struttura, con una capacità originaria di circa 40.000 spettatori, fu progettata per essere flessibile e adattabile alle esigenze future. La curva e le tribune sono state costruite seguendo le linee geometriche, mentre la visibilità dalle gradinate è stata ottimizzata grazie alla forma a ellisse.
Nel corso degli anni lo stadio ha subito diverse modifiche e ampliamenti, ma la struttura originale di Nervi è rimasta in gran parte intatta.