Formella ghiberti battistero

1401: concorso per la porta Nord del Battistero

Il concorso per la porta del Battistero del 1401 fu particolarmente importante perché segnò l’inizio del Rinascimento.

La situazione nella quale si trovava Firenze nel 1401 era estremamente difficile sia dal punto di vista politico sia per la recente pestilenza che ormai affliggeva ciclicamente la città dopo quella del 1348.
In questo momento, l’Arte di Calimala, l’Arte dei mercanti decise di dare un segno di rinascita e indisse un concorso per costruire una porta per abbellire il Battistero del quale era sponsor ufficiale.
Ma andiamo con ordine.

Il Battistero
porta Nord Battistero

Il Battistero era stato l’edificio principale a Firenze in epoca Medievale sia dal punto di vista religioso, dato che solo con il Battesimo si poteva accedere al Regno dei Cieli, ma soprattutto per il suo valore politico.
Esso era stato il luogo delle grandi celebrazione pubbliche. Qui avevano luogo le investiture fino agli inizi del Trecento dei cavalieri ed era la sede per solenni giuramenti.

 

 

Non a caso Dante quando sogna di rientrare a Firenze come grande poeta, pensa di tornare proprio in battistero:

“con altra voce ormai. Con altro vello
ritornerò poeta, e in sul fonte
del mio battesimo prenderò cappello”
Paradiso, Canto XXV

La costruzione di Palazzo Vecchio spostò il centro politico in un altro luogo di Firenze, ma il Battistero rimaneva ancora la “chiesa” più importante della città, dato che Santa Maria del Fiore era ancora in costruzione e Santa Reparata era chiusa dentro il cantiere del nuovo duomo.

Situazione politica

La Repubblica di Firenze si trovava nel 1401 in una situazione politica estremamente difficile.
L’attore principale del momento in Italia si chiamava Giangaleazzo Visconti, signore di Milano.
Per brevità lo ricordiamo come “signore di Milano” ma in realtà lui è stato molto di più. Giangalezzo Visconti rappresentò il primo tentativo di stato regionale in Italia. Governava infatti sulla Lombardia, buona parte del Piemonte e buona parte del Veneto e proprio alla fine del Trecento, inizi del Quattrocento era arrivato in Toscana, accerchiando Firenze. In quegli anni conquistò l’Umbria e Bologna e al principio del 1399 acquistò da Gherardo Leonardo Appiani la città di Pisa e nel settembre 1400 Siena si diede al duca di Milano pur di contrastare le mire fiorentine. In Toscana gli mancava solo Lucca e Firenze.

Il concorso
Nel 1401 il Battistero aveva solo una porta (quella Sud) fatta da Andrea Pisano nel 1330.
Si voleva costruire una nuova porta che sarebbe stata dedicata agli episodi del Nuovo Testamento.
Al concorso parteciparono i migliori artisti del periodo, tra i più famosi oltre al Ghiberti, ricordiamo il Brunelleschi e Jacopo della Quercia.

Il tema del concorso
La formella che gli artisti dovevano presentare entro 1 anno aveva come tema il Sacrificio di Isacco.
Il tema era dunque quello della fede in Dio, quello dell’affidarsi a Dio che protegge i suoi figli prediletti.
Infatti ad Abramo, che aveva ricevuto in tarda età la benedizione di un figlio, Isacco, Dio chiede di sacrificargli quel figlio tanto amato.
formella concorso battistero

La scelta del tema non sembra casuale ma si riferisce molto probabilmente alla situazione di Firenze, accerchiata minacciosamente su tutti i lati dalle truppe milanesi che vede nell’aiuto di Dio verso i suoi figli prediletti la soluzione (Pensate come questo sia il tema dell’essere benvoluti da Dio sarà dominante nelle statue che verranno poi create per Piazza della Signoria)

La vittoria
Di quel concorso ci rimangono ancora le formelle di Ghiberti e Brunelleschi conservate al Museo del Bargello.
Brunelleschi fortunatamente per noi, perse (altrimenti chi avrebbe potuto voltare la cupola?). In realtà il suo biografo, Manetti parla invece di un ex aequo . Fu il Brunelleschi a rifiutarsi di lavorare insieme al Ghiberti.

Mentre Ghiberti, nei Nei suoi Commentarii si attribuì una vittoria unanime :”Universalmente mi fu conceduta la gloria sanza alcuna exceptione”.

Nel 1402 la vittoria andò dunque al Ghiberti che lavorò a questo capolavoro per quasi 25 anni.

E Giangalezzo Visconti?
Bè, Giangalezzo morì di peste, probabilmente malaria nel 1402.
Dio aveva scelto.
E a Firenze iniziò il Rinascimento.

Morale della favola:
Il Rinascimento è nato dal coraggio di un grande investimento pubblico nonostante epidemie e minacce politico militari di conquista.
In tempi di crisi le scelte delle istituzioni fanno da sempre la differenza